Il nostro cervello è progettato non solo per ricordare, ma anche per dimenticare in modo selettivo: ricordare tutto sarebbe inefficiente e dannoso. I ricordi si formano attraverso gli engrammi, reti di neuroni attivati che, se non più recuperabili, non sempre sono cancellati: a volte esistono ancora, ma non sono accessibili. Fattori interni (stress, farmaci) o esterni (ambiente, solitudine) influenzano la capacità di ricordare. Alcuni ricordi, come andare in bici, appartengono alla memoria implicita, resistente nel tempo. Altri, come i nomi o gli appuntamenti, si perdono più facilmente perché legati a memorie episodiche o a breve termine. Il cervello seleziona ciò che è utile per il presente e il futuro: la dimenticanza è quindi una funzione attiva, essenziale per la salute mentale. Studiare questi meccanismi può aiutare a trattare disturbi come l’Alzheimer o il PTSD. Anche la memoria collettiva evolve: accanto ai monumenti tradizionali emergono contro-memoriali che stimolano riflessione su traumi e perdite.