Il 2 novembre, durante la Festa dei Morti, tradizioni culinarie italiane celebrano i defunti con dolci come le “fave dei morti”. Questi biscotti, fatti con mandorle, uova, zucchero e burro, assumono una forma che ricorda la fava, legume associato ai defunti sin dall’antichità. Infatti, gli antichi Egizi le consideravano sacre, mentre i Romani ritenevano che le anime dei morti risiedessero nei baccelli. L’evoluzione della festività ha trasformato le fave in dolcetti variopinti, aromatizzati diversamente a seconda della regione: pinoli nel nord-est, anice in Romagna e grappa a Bergamo. Diffuse soprattutto tra Lazio, Umbria, Marche e Lombardia, le fave dei morti si conservano bene e hanno una consistenza simile agli amaretti ma più compatta. Pellegrino Artusi propose tre versioni nel suo ricettario ottocentesco, mantenendo viva questa antica tradizione culinaria.