Nell’Ottocento, l’arte di mischiare alcolici nacque in Inghilterra, dove i primi cocktail furono creati. La diffusione negli Stati Uniti avvenne grazie al barman statunitense Jerry Thomas, autore del primo ricettario nel 1862. Durante le crociere transatlantiche di lusso, il mixology si diffuse ulteriormente, con cocktail a base di cognac, brandy, gin e vermouth.
Negli Stati Uniti, nonostante il Proibizionismo (1920-1933), l’arte dei cocktail ebbe successo. Gli speakeasy, locali che vendevano illegalmente alcolici, contribuirono a diffondere la pratica di mischiare alcol con altri ingredienti per mascherare la scarsa qualità delle bevande durante quel periodo.
Durante il Proibizionismo, le compagnie marittime organizzavano “booze cruises”, crociere alcoliche verso le Bahamas o Cuba, dove l’alcol era legale. A bordo, si celebrava con feste e cocktail, offrendo un’esperienza unica ai passeggeri. Le crociere diventarono popolari tra coloro che cercavano una via di fuga dall’astensione forzata degli alcolici negli Stati Uniti.
In breve, l’arte dei cocktail nacque in Inghilterra, si diffuse negli Stati Uniti attraverso le crociere transatlantiche e sopravvisse anche durante il Proibizionismo, contribuendo a creare una cultura unica intorno alle bevande miscelate.