Il caffè filtro, originariamente accolto con sospetto dagli italiani, sta lentamente conquistando terreno anche nel Bel Paese, nonostante i pregiudizi. L’apertura del primo Starbucks in Italia ha messo in luce i pregiudizi verso il caffè fatto all’estero, sottolineando la profonda convinzione nella supremazia dell’espresso. Tuttavia, l'”americano” non è altro che un semplice espresso allungato con acqua calda, ben distante dalle bevande di alta qualità degli esperti del settore.
Tra i vari metodi di estrazione, il V60 spicca per la sua popolarità. Questo strumento, composto da due parti con un angolo di 60°, ha origine nel 1908 quando Melitta Bentz utilizzò per la prima volta un foglio di carta anziché il tradizionale panno in lino per filtrare il caffè.
Le macchine da caffè ritratte nei film e nelle serie TV statunitensi, comunemente presenti nelle case, sono apprezzate per la loro praticità e la possibilità di programmazione. Utilizzano filtri in carta e il meccanismo è elettrico, facilitando la preparazione anticipata della bevanda. Le dosi di caffè e acqua variano a seconda delle dimensioni della macchinetta, ma è consigliabile utilizzare caffè fresco macinato al momento e di tostatura medio-chiara per ottenere tazze aromatiche ed equilibrate.
In conclusione, il caffè filtro, nonostante i pregiudizi, sta lentamente guadagnando apprezzamento anche in Italia grazie alla sua versatilità e alla possibilità di ottenere bevande di alta qualità con i giusti accorgimenti.