L’uso dell’oro a scopo medicinale ha una lunga storia, con diverse pratiche che risalgono all’antichità. Il colloide d’oro è stato impiegato per trattare l’artrite reumatoide, mentre nella medicina ayurvedica indiana viene ancora utilizzato l’oro calcinato. Tuttavia, l’oro è stato anche bevuto da alcuni per contrastare l’invecchiamento e le rughe, soprattutto tra i nobili francesi del Cinquecento. Questo uso era basato su credenze errate e in almeno un caso si è rivelato fatale.
L’oro “potabile” è diventato una sorta di moda durante il Rinascimento, con presunte proprietà curative per varie malattie, comprese l’epilessia e i disturbi mentali. Un caso noto è quello di Diane de Poitiers, nobildonna francese del XVI secolo, che beveva regolarmente acqua con oro. Anche se sembrava ringiovanire, alla fine la sua abitudine al consumo di oro potrebbe aver contribuito alla sua morte.
Gli scienziati hanno scoperto tracce di oro nei resti di Diane de Poitiers, in quantità 500 volte superiori al livello di tolleranza umana, insieme a tracce di mercurio. Questo consumo eccessivo di oro potrebbe aver causato effetti negativi sulla sua salute, come l’anemia e l’indebolimento dei capelli, delle ossa e dei denti.
Nonostante la sua influenza politica e il suo status di amante del re, Diane de Poitiers non fu mai regina e non indossò mai una corona, escludendo così la possibilità di contaminazione da gioielli. Questo indica che il suo consumo di oro potrebbe essere stato la causa principale dell’intossicazione cronica che ha contribuito alla sua morte.