I grissini, nati come uno snack per l’aristocrazia di Torino nel 1679, sono diventati un fenomeno culinario globale. Inventati dal fornaio Antonio Brunero per il delicato stomaco del futuro re Vittorio Amedeo II di Savoia, questi bastoncini di pane croccante erano facilmente digeribili e conservabili. Derivati dal pane piemontese ‘ghersa’ o ‘grissia’, i grissini sono stati rapidamente adottati dall’alta società e la loro popolarità è cresciuta da Luigi XIV a Napoleone Bonaparte, che aveva perfino istituito un servizio di consegna da Torino a Parigi per i suoi amati ‘petits bâtons de Turin’. Nonostante l’attuale crisi economica globale e l’aumento dei costi dei beni alimentari, i grissini continuano a essere un successo commerciale, con gli Stati Uniti che prevedono un mercato di 3,6 miliardi di dollari entro il 2026 per questo segmento. I grissini hanno evoluto forme e varietà, dagli stirati torinesi ai nodosi rubatà di Chieri, fino alle reinterpretazioni americane come i ricchi breadsticks serviti in catene come Olive Garden. Il 27 ottobre, celebrato come il “Breadstick Day”, riconosce il posto dei grissini nella cultura culinaria internazionale. La loro versatilità, storia ricca e l’adattabilità alle cucine regionali ne hanno fatto un classico immortale.