Tollerare certi comportamenti e situazioni è normale, ma a volte ci raccontiamo che ci stanno bene quando in realtà causano sofferenza. Questo disagio può dipendere da vari fattori come l’età, il rapporto con le persone coinvolte o il contesto. È fondamentale riconoscere il proprio diritto a stare a proprio agio nelle relazioni, senza tollerare circostanze che generano malessere o dolore. La tolleranza prolungata può portare a una “reazione di rigetto”, dove una persona esplode per una cosa apparentemente minore ma che è stata sopportata per molto tempo. La soluzione inizia con la consapevolezza di ciò che veramente disturba. La coach suggerisce di scrivere un elenco di ciò che non si tollera più, senza giudicare ma riconoscendo cosa provoca disagio. Poi, è essenziale iniziare ad agire, eliminando queste “toleration” dalla propria vita, magari iniziando da quelle più tangibili o fastidiose. Si tratta di un processo che richiede sincerità con se stessi e può necessitare di mettere dei limiti nelle relazioni, creando uno spazio personale sano e rispettato. Questo approccio aiuta non solo l’individuo ma anche l’armonia nelle relazioni, prevenendo dinamiche potenzialmente distruttive.