Nel Medioevo, le “torte” rappresentavano pasticci di carne in crosta e simboleggiavano potere e status sociale. Il ricettario trecentesco “Liber de coquina” ci offre un’idea delle preparazioni di quel periodo e dell’abuso di carne tra i ceti alti. La “Torta de montano” presentava un ripieno di salsicce, lardo, prosciutto cotto, formaggio fresco e uova. La “Torta de pancia de porco” aveva una crosta di pasta sfoglia che racchiudeva pancetta di maiale, formaggio, uva passa, miele e spezie dolci. La “Torta de Romania” era un pasticcio di pollame arricchito con carne di pollo, formaggio, pinoli, uva passa, fichi secchi, uova, spezie e zafferano. Queste “torte” rappresentavano un’espressione della cucina medievale e del consumo di carne da parte dei ceti alti.