Un disegno tribale sulla spalla, un fiore per decorare la nuca o un vezzo disegnato sulla caviglia: i tatuaggi non sono più appannaggio esclusivo della pelle liscia e perfetta di giovani e giovanissimi, ma sempre più spesso compaiono sull’epidermide matura di un sessantenne. Voglia di gioventù a tutti i costi o semplicemente un adeguamento a una moda ormai dilagante? Ciascuno può scegliere la risposta che preferisce, ma il trend è ormai un dato di fatto, soprattutto negli Stati Uniti: sono sempre più numerosi gli over 60 che cedono alla curiosità o al desiderio di sfoggiare finalmente un decoro indelebile sulla pelle. Soprattutto cresce il numero di senior che affronta l’esperienza per la prima volta.
Insomma, i figli del baby boom non rinunciano a sogni e passioni neppure quando diventano nonni. La tendenza stupisce in qualche misura visto che in prima fila su questo fronte ci sono gli statunitensi: proprio loro infatti, fino a non molto tempo fa, non vedevano di buon occhio chi si faceva decorare la pelle con questi segni indelebili. Ora invece i nonni e i pensionati sono pronti a fare la fila per farsi imprimere sull’epidermide disegni e simboli.
Il fenomeno è segnalato dal Washington Post in un reportage e con una guida che aiuta i lettori a districarsi nella scelta fra le varie opzioni decorative, dal tatuaggi di tipo fotorealista, oppure con disegni ispirati agli alieni, ai pittori surrealisti, colorato, in bianco e nero, tribale, asiatico, tradizionale americano.
Vanno forte anche i disegni ispirati ai simboli antichi, ripresi da tombe e mummie di 2.500 anni fa, oppure fiori e cuori, da “indossare” magari per la nascita del primo nipotino, oppure piccoli mazzetti di stilizzarti non-ti-scordar-di-me o nastri commemorativi in ricordo delle madri o degli amici che non ci sono più. Come segnalano i dermatologi, le parti del corpo che più si prestano ai tatuaggi in età matura sono le aree della pelle meno esposte al sole, mentre è meglio evitare quelle in cui la pelle invecchia prima, ad esempio sulla schiena a livello lombare, sui piedi e sul fondoschiena.
Insomma, il tattoo non è più un appannaggio di marinai, tipi poco raccomandabili e giovani dark: se ora tocca anche ai nonni vuol dire che la convinzione per cui il tatuaggio è associato a una vita poco raccomandabile è davvero morta e sepolta.